Regione Toscana
norma

 
MINISTERO DELL'INTERNO  
CIRCOLARE 14 gennaio 2015, n. 312
  Oggetto: Consigli Territoriali per l'Immigrazione. Linee di indirizzo delle future attività.  
 


 
  urn:nir:ministero.interno:circolare:2015-01-14;312

ALLE PREFETTURE - LORO SEDI

AL COMMISSARIATO DEL GOVERNO PER LA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

AL COMMISSARIATO DEL GOVERNO PER LA PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO

ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE VALLE D'AOSTA - AOSTA

e, p.c.: AI REFERENTI DEI CONSIGLI TERRITORIALI PER L'IMMIGRAZIONE - LORO SEDI


 

A più di dieci anni dalla loro introduzione nel sistema italiano di governance del fenomeno migratorio i Consigli Territoriali per l'Immigrazione si ripropongono in tutta la loro centralità: per i positivi risultati registrati nell'esercizio delle funzioni inerenti l'analisi, la programmazione ed il monitoraggio dell'efficacia delle politiche migratorie e di integrazione, per l'orientamento delle risorse nazionali e comunitarie destinate alle finalità di settore.

Tali strumenti hanno infatti confermato tutto il potenziale operativo in termini di raccordo tra politiche centrali e territoriali, favorendo l'individuazione e la realizzazione di misure adeguate ad uno scenario instabile e complesso come quello migratorio, dalle prospettive incerte e mutevoli.

A consuntivo del trascorso anno, è tuttavia opportuno evidenziare come il perdurare della crisi economica mondiale e la recrudescenza di crisi geo politiche regionali - che hanno impattato in maniera esponenziale sull'andamento dei flussi migratori umanitari con un incremento del 400% - continuino a sollecitare le capacità di risposta del sistema.

Tale scelta strategica si rivela, peraltro, ancor più attuale alla luce dei recenti eventi terroristici che hanno interessato la Francia, e Parigi in particolare.

Eventi che hanno il chiaro scopo di interferire bruscamente nel processo di integrazione m atto nelle nostre comunità, minare alla base il clima di armoniosa convivenza tra diverse culture su cui si costruisce Il benessere delle società democratiche, alimentare un approccio bipolarista e securitario alle tematiche migratorie, semplificandone l'approccio in chiave di pericolosa contrapposizione tra collettività ospitante ed ospitati.

Il tutto, alimentando scenari inasprimento dell'emarginazione sociale sul territorio, con pericolose ricadute per la civile convivenza prima ancora che per la sicurezza democratica.

Pertanto, in una fase storica di carenza di risorse adeguate a fronteggiare le diverse necessità che si ripercuotono sui territori di arrivo, di accoglienza e di inclusione, con il costante rischio di un acuirsi di tensioni collegate al moltiplicarsi di situazioni di fragilità sociale anche tra le popolazioni autoctone, si rende quanto mai opportuno sostenere e perfezionare ulteriormente lo strumento operativo del Consiglio Territoriale per l'Immigrazione in seno alle Prefetture UU.TT.G., in piena linea e rispetto della missione istituzionale dell'amministrazione dell'Interno.

A tal fine, si rende necessario innanzitutto perfezionare il metodo di supporto decisionale in favore dei diversi stakeholders che partecipano alle attività dei Consigli Territoriali, coniugando la celerità delle decisioni di volta in volta da adottare con la sistematica e strutturata valutazione preventiva delle condizioni di successo degli interventi.

Si ritiene, quindi, di dover sviluppare, in tutta la sua potenzialità, un sistema integrato di informazione tra istituzioni centrali e territorio e, a livello locale, tra Prefettura e sue articolazioni interne al fine di strutturare un metodo di lavoro che metta in rete le buone pratiche già rilevate dai CC.TT.I., consolidando anche la condivisione di esperienze fornite da approcci operativi di positivo impatto osservati nelle realtà europee, imprescindibili termini di confronto.

L'adeguatezza di un tale sistema rende possibile attivare interventi efficaci rispondenti al mutevole contesto dell'immigrazione da gestire nel quadro unitario e più ampio delle politiche di accoglienza e di integrazione e trova conforto anche nelle recenti linee di indirizzo delle politiche comunitarie.

Linee di cui si è acquisita migliore consapevolezza anche a seguito dell'appena trascorso semestre di Presidenza europea a guida italiana e, in particolare, in occasione della Conferenza Interministeriale tenutasi il 5 e 6 novembre 2014 a Milano.

In quella sede, infatti, sono intervenute le delegazioni ministeriali di tutti i 28 partner comunitari ed hanno condiviso formalmente un apposito documento di indirizzo, quanto mai attuale. Si riportano gli aspetti individuati quali centrali per sviluppare in maniera armonica i diversi livelli di governance relativi al processo di integrazione:

I. Affrontare l'integrazione con un approccio globale.

II. Non discriminazione.

III. Mainstreaming delle politiche di integrazione

IV. Monitoraggio delle politiche di integrazione.

Detto documento viene allegato integralmente (All.1) con invito alle SS.LL. a favorirne diffusione e condivisione nelle sedi dei Consigli stessi e attraverso essi realizzare un'informazione capillare.

Tutto ciò premesso, si indicano le linee di intervento generale finalizzate a coadiuvare l'attività, sempre più indispensabile, nell'ambito provinciale.

LINEE Dl INTERVENTO GENERALE

1. GOVERNANCE MULTILIVELLO

In un'ottica di rilancio dell'interlocuzione istituzionale, andrà dedicata massima cura alla positiva evoluzione del rapporto con i Comuni e le Regioni - pur garantendo pari dignità a tutte le realtà del territorio - in piena linea con gli indirizzi di governo che hanno riproposto, con l'Intesa raggiunta in sede di Conferenza Unificata del 10 luglio 2014, un sempre maggiore coordinamento dei livelli di governance tra enti di programmazione e di attuazione operativa delle politiche, soprattutto in settori quali quello dell'accoglienza dei migranti e dei richiedenti protezione internazionale. Una buona accoglienza, infatti, favorisce i successivi processi di integrazione.

Nel raggiungimento di tale obiettivo, i CC.TT.I. saranno le naturali sedi di sviluppo dei livelli della governance. Si richiamano a tal fine le Linee guida per la costituzione dei Tavoli di coordinamento regionali sui flussi migratori non programmati, emanate ai sensi del comma 2 dell'art. 1 del decreto ministeriale n. 9225 del I7 ottobre 2014. In tali consessi, ispirati da principi di leale e solidale collaborazione, ogni attore della rete esercita il ruolo che gli è attribuito, quale garante della vitalità dei territori e dell'unitarietà dello Stato.

Si coglie l'occasione per rimarcare la massima attenzione da rivolgere all'aerea minori stranieri non accompagnati e alle indifferibili necessità di governance del fenomeno, secondo quanto contenuto nella citata Intesa tra Governo, Regioni e Enti locali del 10 luglio u.s. e nelle indicazioni che verranno dall'Unità di missione, allo scopo istituita presso questo Dipartimento.

2. MONITORAGGIO

E indispensabile che attraverso i Consigli Territoriali il Paese si doti di una rilevazione istituzionale affidabile. In tal senso vanno gli sforzi intrapresi per facilitare la fase di raccolta dati per il Monitoraggio annuale e la disponibilità di un dato attendibile; in questo quadro un efficiente Sistema di raccolta dati diviene un elemento concreto che misura la relazione con il territorio, produce dati attendibili e quindi apprezzabili dai decisori politici, restituisce una lettura qualitativa alla comunità civile e consente una conoscenza non manipolata dei fenomeni in atto e della loro evoluzione.

3. L'INFORMAZIONE

Allo stesso modo, deve trovare crescente stimolo il dialogo e la partecipazione delle Istituzioni pubbliche, del privato sociale e del volontariato che operano sui territori di riferimento. Il tutto per garantire:

- la massima conoscenza trasversale e condivisa delle questioni (generali e particolari) che interessano ciascuna realtà di riferimento, secondo l'ineludibile principio del "conoscere bene per governare meglio";

- l'emersione e la consistenza dei livelli delle rappresentanze di tutte le componenti sociali, culturali ed etnico religiose, per favorirne al massimo i livelli di partecipazione alla vita ed alla gestione dell'azione pubblica, stimolando il sentimento generale di inclusione attiva nella comunità di residenza e di accoglienza.

Nel disegno complessivo è centrale la scelta della partecipazione degli stranieri alla vita civica e politica della comunità accogliente. Ogni fenomeno di marginalità, quand'anche solo riguardi la percezione di essere passivi ricettori di decisioni prese da altri, si lega a un sentimento di estraneità al contesto in cui si vive. Si auspica quindi un coinvolgimento delle Associazioni di stranieri presenti e operanti nell'ambito di riferimento tematico 0 generale tale che le comunità di cittadini immigrati si sentano partecipi nella attuazione delle politiche di integrazione.

4. LA FORMAZIONE

Lungo tale direttrice, a livello centrale, gli investimenti principali hanno riguardato e riguarderanno ancora, per l'imminente futuro, il potenziamento della risorsa formativa in favore di dirigenti, funzionari e operatori degli Sportelli Unici e dei Consigli Territoriali.

I moduli formativi, da svolgere anche con il coinvolgimento dei Formatori e dei Referenti per la Formazione permanente presenti nelle sedi periferiche dell'Amministrazione, tenderanno ad includere progressivamente, ed ove possibile, ogni altro servizio attinente alle realtà e dalle tematiche dell'immigrazione e dell'integrazione, al fine di sviluppare un approccio condiviso nella trattazione delle due materie.

In quella sede saranno privilegiate sessioni condivise e co-partecipate con appartenenti ai diversi enti-partner coinvolti nel sistema, al fine di creare una visione articolata e complessiva dei problemi da affrontare e dei risultati da raggiungere.

A tal fine, si fa riserva di comunicare possibili calendari di corsi ad hoc e di seminari in via di programmazione già a partire dal primo trimestre dell'anno, d'intesa con il Dipartimento per le Politiche del Personale per l'Amministrazione Civile e per le Risorse Strumentali e Finanziarie.

5. LE PRIORITA' OPERATIVE DI IMMEDIATO IMPATTO

Tra le questioni concrete più emergenti dai diversi osservatori territoriali, si conferma la valenza primaria di interventi finalizzati alla:

- diffusione dell'istruzione primaria ed all'accesso a crescenti livelli di scolarizzazione tra le popolazioni migranti e/o comunque a rischio emarginazione;

- acquisizione di nuovi modelli culturali tra le nuove generazioni di immigrati che rischiano di creare pericolosi steccati tra genitori e figli se non accompagnate da prospettive di riscatto sociale dell'intero nucleo familiare;

- rivisitazione di politiche di alloggio miranti ad escludere ogni rischio di "ghettizzazione urbana", che si conferma il più pericoloso terreno di coltura di reazioni violente contro le Istituzioni e la società di accoglienza, soprattutto in presenza di fallimenti del progetto migratorio che interessano soggetti cd. "di seconda o addirittura terza generazione".

In questo contesto, è ancora doveroso ribadire l'opportunità offerta alle SS.LL. di riaffermare, attraverso i Consigli, la missione istituzionale del Ministero e delle Prefetture, alla luce delle difficoltà di programmare interventi di efficacia di lungo periodo e, soprattutto, della linea politica di governo, che mira ad abbandonare il più possibile filosofie di intervento dalla natura emergenziale.

6. LA GESTIONE DELLE RISORSE COMUNITARIE

Come evidenziato in premessa, il perdurare della crisi economica che attanaglia le economie mondiali, e dell'Europa in particolare, rende assolutamente indispensabile cogliere tutte le opportunità offerte dalle risorse comunitarie, considerato anche l'avvio del settennio di attività del Fondo F.A.M.I. (Fondo Asilo e Migrazione e Integrazione), di cui questo Dipartimento è Autorità di Gestione.

In quest'ultimo settore, nonostante il successo registrato e certificato a livello europeo nei dati di performance dei precedenti Fondi F.E.I. e F.E.R., che oggi vengono, per precisa scelta strategica, riproposti nella visione programmatica e gestionale unitaria del F.A.M.I. (finalizzato oltre il 90% della spesa finanziata con una netta inversione di tendenza rispetto all'insoddisfacente utilizzo generale di tutte le risorse comunitarie nel Paese) si rende comunque necessario:

- massimizzare ancora l'efficacia di impiego dei finanziamenti europei di cui è titolare lo scrivente Dipartimento, attraverso una più ampia valutazione preventiva dell'impatto dei progetti selezionati sui territori di realizzazione: il tutto affinché possano emergere non solo le capacità di spesa delle risorse di volta in volta assegnate, ma, soprattutto, siano elaborate iniziative in grado di produrre benefici di medio/lungo periodo. Iniziative, peraltro, da rendere pubblicizzabili al massimo grado tra i territori di destinazione;

- supportare ed eventualmente coordinare sinergie di interventi finanziati o finanziabili con altri Fondi comunitari di cui è titolare l'Amministrazione dell'Interno ovvero altra amministrazione pubblica (ministeri, regioni, ecc.) che impattano sul medesimo territorio.

Ciò per evitare improduttive duplicazioni di interventi e, dall'altro lato, favorire, con ogni azione praticabile, produzione di valore aggiunto di ciascuna iniziativa realizzata.

Da un punto di vista pratico, non sfugge, quindi, come il modello di organismo da riproporre in seno al Consiglio Territoriale debba ispirarsi a criteri di duttilità e flessibilità, in grado di allargare la partecipazione "tecnica" e non solo "politica" dei diversi attori responsabili, e riaffermare la Prefettura quale riferimento centrale delle Istituzioni sul territorio anche sotto il profilo operativo, oltre che sede permanente del dialogo tra istanze pubbliche del privato sociale e in particolare del volontariato.

Le attività già avviate relativamente alla facilitazione nell'accesso, valutazione, gestione di finanziamenti a favore di realtà Centrali e Territoriali; alla semplificazione delle procedure di monitoraggio attraverso progetti e dispositivi atti alla realizzazione ed economicità della raccolta informativa, anche a garanzia di un attendibile flusso dati nella disponibilità dei decisori politici; alla costituzione di unità di consulenza a favore degli operatori del territorio, dovranno continuare ad essere fattori coagulanti tra Istituzioni, partner e comunità destinatarie, rafforzando la prospettiva di empowerment organizzativo gestionale ed operativo.

Si ringraziano le SS.LL. per il quotidiano impegno profuso e per la preziosa collaborazione.


 

IL CAPO DIPARTIMENTO: Morcone



ALLEGATI:  
- Allegato 1   -