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MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE - MINISTERO DELL'INTERNO - CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA - COMUNITA' DI SANT'EGIDIO  
PROTOCOLLO INTESA 3 maggio 2019
  Per la realizzazione del Progetto "Apertura di corridoi umanitari"  
 


 
  urn:nir:ministero.affari.esteri.cooperazione.internazionale:protocollo.intesa:2019-05-03;nir-1

 

TRA

MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE - DIREZIONE GENERALE PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO E LE POLITICHE MIGRATORIE

MINISTERO DELL'INTERNO - DIPARTIMENTO PER LE LIBERTA' CIVILI E L'IMMIGRAZIONE

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

E

COMUNITA' DI SANT'EGIDIO

Premesso che

1. Il fenomeno migratorio comporta la necessità di individuare canali legali alternativi per persone bisognose di protezione, sperimentando forme innovative di accoglienza;

2. Il quadro normativo europeo e nazionale in materia di protezione internazionale già ora prevede alcuni istituti normativi che offrono basi legali adeguate a sostenere il progetto;

3. Le parti sottoscrittrici del presente Protocollo hanno concluso un accordo in data 12 gennaio 2017 con l'obiettivo di "favorire l'arrivo in Italia in modo legale ed in condizioni di sicurezza dei potenziali beneficiari di protezione internazionale, in specie i soggetti più vulnerabili", in attuazione del quale sono giunte in Italia cinquecento persone nell'arco temporale dal novembre 2017 al gennaio 2019;

4. Per le caratteristiche dell'esperienza realizzata, il progetto si configura come uno strumento nuovo ed aggiuntivo, capace di ampliare le vie legali di accesso già disponibili e sperimentate nel diritto internazionale;

5.Il monitoraggio e la valutazione del progetto sono stati effettuati dal "Nucleo di coordinamento, monitoraggio e valutazione dei risultati", previsto dall'articolo 6 del Protocollo, in applicazione dei criteri di valutazione enucleati in materia dai più accreditati organismi internazionali, con particolare riferimento:

5.1. per quanto riguarda le risposte socio istituzionali, al grado di riconoscimento della protezione internazionale accordato dalle Commissioni territoriali competenti, avvenuto nella totalità dei casi presi in esame e, in una percentuale consistente degli stessi, nella forma piena dello status di rifugiato, unitamente all'attivazione di ampia disponibilità da parte delle comunità locali in un sistema di accoglienza diffusa, con un ruolo di rilievo assolto dalle istituzioni scolastiche e sociosanitarie;

5.2. per quanto riguarda direttamente i beneficiari del progetto, alla diffusa disponibilità ad apprendere la lingua italiana, alla partecipazione a percorsi di formazione professionale e ai tirocini di lavoro, nonché alla ricerca attiva di inserimenti lavorativi;

6. La positività dei risultati è stata resa possibile:

6.1. In Italia dall'attività di sostegno offerta in maniera gratuita dagli organismi della CEI (segnatamente da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes) e dalla Comunità di Sant'Egidio nell'arco dell'intero biennio trascorso dalla sottoscrizione del primo protocollo ed è attestata dal grado di inserimento sociale raggiunto dai singoli e dai nuclei familiari che hanno beneficiato del progetto, dalla loro accresciuta capacità di provvedere a se stessi, dal numero veramente residuale se comparato con processi analoghi, di movimenti secondari;

6.2. Nei paesi di transito dei beneficiari del programma in oggetto, dalle istituzioni nazionali che hanno sempre garantito il loro supporto, dalle organizzazioni internazionali e dalle associazioni, in particolare dall'associazione Gandhi Charity.

7. L'esperienza realizzata, soprattutto a motivo della sinergia tra il Governo della Repubblica Italiana e le organizzazioni della società civile che ne sono promotrici, costituisce una best practice di grande importanza a livello europeo come dimostrato tra l'altro:

7.1. Dall'attivazione di esperienze analoghe avviate in altri paesi europei, pur nelle comprensibili differenze degli assetti nazionali;

7.2. Dall'attenzione crescente e dall'apprezzamento espresso in numerosi documenti di studio e proposte elaborate dagli organi dell'Unione europea nei confronti di iniziative volte a creare canali complementari di accesso legale per richiedenti asilo e rifugiati con il coinvolgimento del settore privato e della società civile; tra i più recenti:

- la Comunicazione 558 della Commissione sull'attuazione dell'Agenda Europea per la migrazione del 27 settembre 2017, che ha invitato l'EASO a coordinare un progetto pilota sui meccanismi di patrocinio privato (PSP);

- il parere del 18 agosto 2018 espresso dal Comitato economico sociale europeo sul tema "Le imprese dell'economia sociale come motore dell'integrazione dei migranti" (2018/C 283/01);

- lo studio concluso nell'ottobre 2018 su incarico della Commissione UE dal titolo "Study on the feasibility and added value of sponsorship schemes as a possible pathway to safe channels for admission to the EU, including resettlement";

Considerato che

1. La Comunità di Sant'Egidio e la Conferenza Episcopale Italiana (CEI), attraverso gli specifici organismi collegati (segnatamente Caritas Italiana e Fondazione Migrantes), hanno maturato una specifica competenza sul tema anche attraverso l'attuazione del precedente protocollo e sono impegnate attivamente sul territorio nazionale, ormai da alcuni decenni, in numerose attività di accoglienza ed integrazione di rifugiati e richiedenti asilo provenienti da paesi coinvolti in conflitti bellici e in attività di sostegno a persone in condizioni di vulnerabilità;

2. Sono anche entrambe da tempo presenti ed attivamente impegnate, spesso anche attraverso stabili relazioni con altre chiese e realtà religiose e sociali locali, nella maggior parte dei paesi dove sono più consistenti i flussi di transito delle persone sfollate dirette verso l'Europa;

3. Il progetto risulta totalmente autofinanziato e non comporta di conseguenza alcun onere a carico dello Stato italiano;

4. Nella fase di avvio del progetto verranno stabilite le necessarie interlocuzioni con gli attori istituzionali e pubblici dei rispettivi paesi, al fine di assicurare ampia informazione sulle finalità del progetto e coordinamento con le politiche nazionali in tema di sostegno ai rifugiati ed immigrazione; verrà anche sollecitata la collaborazione con gli organismi internazionali (UNHCR e IOM) e con le realtà associative, tra cui l'associazione Gandhi Charity, e quelle promosse dalle chiese presenti nei paesi;

Tutto ciò premesso e considerato Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale - Direzione Generale per gli Italiani all'Estero e le Politiche Migratorie, il Ministero dell'Interno - Dipartimento per le Libertà Civili e l'Immigrazione; la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) e la Comunità di Sant'Egidio convengono quanto segue:

Articolo 1

Premessa

1. Le premesse e le considerazioni che precedono costituiscono parte integrante del Protocollo di intesa per la realizzazione del progetto «Apertura di corridoi umanitari».

Articolo 2

Finalità

1. La finalità del progetto è quella di favorire l'arrivo in Italia in modo legale e in condizioni di sicurezza dei potenziali beneficiari di protezione internazionale, in specie i soggetti più vulnerabili.

Articolo 3

Criteri di individuazione dei beneficiari

1. I beneficiari dovranno essere individuati tra le persone potenzialmente destinatarie di protezione internazionale, secondo quanto previsto dalla normativa nazionale e dell'Unione Europea vigente in materia.

2. In presenza della condizione indicata al precedente capoverso, le situazioni personali e familiari dei richiedenti saranno vagliate con riferimento ad una pluralità di criteri preferenziali:

a) Persone riconosciute meritevoli dall'UNHCR, almeno prima facie, del riconoscimento dello status di rifugiato in base alla Convenzione di Ginevra del 1951 ed al relativo protocollo del 1967 ovvero di coloro che sono costretti a lasciare il loro paese nel fondato timore di subire un danno grave alla propria persona;

b) Persone che, pur non ricomprese nel precedente punto a), ne posseggano i requisiti e presentino una condizione di vulnerabilità accertata dalla Comunità di Sant'Egidio e dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI) per il tramite di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, sentita l'UNHCR ai fini dell'acquisizione di eventuali ulteriori elementi conoscitivi che dovrebbero pervenire in un termine compatibile con lo svolgimento delle operazioni programmate, in base alla situazione personale, all'età ed alle condizioni di salute, e in ogni caso in conformità ai criteri espressi dall' art.17 del D. Lgs. 18 agosto 2015 n.142  , adottato in attuazione della direttiva 2013/33/UE recante norme relative all'accoglienza dei richiedenti protezione internazionale, nonché della direttiva 2013/32/UE , recante procedure comuni ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di protezione internazionale.

3. In forma complementare e non sostitutiva dei precedenti criteri, nell'ammissione al progetto si terrà conto dei seguenti ulteriori fattori, utili a facilitare l'individuazione di percorsi di integrazione ed escludere o limitare eventuali movimenti secondari volontari:

c) Persone che possano beneficiare di sostegno in Italia per la dichiarata disponibilità di soggetti singoli, chiese o associazioni, a provvedere inizialmente alla loro ospitalità ed al sostentamento per un congruo periodo iniziale;

d) Persone che hanno reti familiari o sociali stabili in Italia e per questa ragione hanno dichiarato di volersi stabilire ed integrare nel nostro paese.

Articolo 4

Impegni delle parti

1. La Conferenza Episcopale Italiana (CEI) e la Comunità di Sant'Egidio si impegnano, con proprie risorse professionali ed economiche, nelle attività di individuazione e valutazione approfondita dei potenziali destinatari del progetto, sino alla predisposizione dei dossier individuali e familiari, nel rispetto dei criteri di riservatezza, effettuate nei paesi di transito dalle organizzazioni proponenti, in collaborazione con l'UNHCR relativamente alle persone di sua competenza. Obiettivo della valutazione è quello di individuare potenziali beneficiari del sistema di protezione internazionale operante in Italia, delineato dal D. Lgs 19 novembre 2007, n. 251  e successive modifiche e integrazioni, dal D. Lgs. 28 gennaio 2008, n. 25  e successive modifiche e integrazioni, dal D. Lgs. 18 agosto 2015 n.142  di recepimento della Direttiva 2013/32/UE e della Direttiva 2013/33/UE , entrambe del 26 giugno 2013, dal decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113  , convertito in legge 1 dicembre 2018, n. 132  .

2. Inoltre si impegnano a farsi carico del trasferimento sul territorio nazionale di quanti siano titolari del visto d'ingresso rilasciato dalle competenti autorità consolari ai sensi dell'art. 25 del Regolamento (CE) n. 810/2009 del 13 luglio 2009.

3. Le Associazioni proponenti assicurano anche l'accoglienza, per un congruo periodo di tempo, e il sostegno nel processo di inserimento socio-culturale dei beneficiari, con assistenza legale nella fase della richiesta di protezione internazionale agli organi nazionali competenti, con misure di rafforzamento dei percorsi di integrazione sociale e culturale, anche finalizzate all'acquisizione delle competenze linguistiche e delle abilità lavorative e sociali, con l'obiettivo di favorire la stabilizzazione in Italia delle persone incluse nel progetto ed escludere movimenti secondari volontari.

4. Il Ministero dell'Interno - Dipartimento per le Libertà Civili e l'Immigrazione svolge una funzione di coordinamento di tutti gli enti coinvolti nel progetto.

5. In questo ambito, porta a conoscenza delle Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale e della Commissione nazionale le finalità e le modalità operative del presente progetto, con particolare riferimento ai criteri adottati nell'ammissione delle persone al progetto e all'attività di predisposizione dei dossier individuali e familiari effettuata nella fase iniziale e preliminare alla concessione del visto di ingresso.

6. Inoltre, il Ministero dell'Interno - Dipartimento della Pubblica Sicurezza, all'esito delle verifiche nelle banche dati pertinenti e degli accertamenti dattiloscopici di competenza, autorizza ilrilascio dei visti nei confronti della lista dei beneficiari elaborata dalle Associazioni proponenti.

7. Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, una volta approvata la lista dal Ministero dell'Interno, si impegna, nei limiti previsti dalla normativa in vigore, a rilasciare i visti di ingresso tramite le proprie Rappresentanze diplomatico-consolari, ai sensi dell'art. 25 del Regolamento (CE) n. 810/2009 del 13 luglio 2009, quindi con Validità Territoriale Limitata, con lo scopo esclusivo di consentire l'ingresso in Italia in maniera legale ed in condizioni di sicurezza personale.

Articolo 5

Paesi di attuazione e tempi di realizzazione

1. Il presente progetto trova attuazione in Etiopia, Niger, Giordania ed eventualmente altri Paesi di transito, da concordare tra le parti firmatarie, e si articola in 24 mesi dal primo ingresso prorogabili in caso di necessità e dietro autorizzazione dei Ministeri competenti, di altri 12 mesi.

2. Verranno stabiliti contatti, o intensificati nel caso di rapporti già avviati, per gli opportuni coordinamenti con gli organismi internazionali (UNHCR e OIM), con i competenti organi pubblici degli Stati interessati, con le rappresentanze diplomatiche e consolari dello Stato italiano, con gli organismi della società civile e religiosa.

3. Nella sua complessiva articolazione, il progetto potrà riguardare un numero massimo di seicento beneficiari, indicativamente nell'arco di tempo di due anni a partire dal primo ingresso, salvo l'eventuale proroga di ulteriori 12 mesi.

Articolo 6

Nucleo di coordinamento, monitoraggio e valutazione dei risultati

1. Le parti costituiscono un nucleo di coordinamento, monitoraggio e valutazione del progetto che consenta di esaminare i risultati raggiunti, l'efficacia delle modalità operative adottate, le criticità riscontrate, al fine di apportare tempestivamente ogni necessaria integrazione o eventuale modifica al progetto stesso. Tale nucleo definirà inoltre le modalità di realizzazione dell'iniziativa, ed eventuali problematiche relative a singoli casi. Il nucleo valuta e definisce le situazioni individuali per le quali sia in dubbio la rispondenza ai criteri di cui all'art. 3 comma 1.

2. I risultati raggiunti a conclusione del progetto saranno oggetto di valutazione con una prima relazione dopo il primo semestre ed un'altra di valutazione conclusiva, anche al fine di considerare la possibilità dell'eventuale sviluppo successivo del progetto.

 

Roma, 3 maggio 2019

Per il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale - Direzione Generale per gli Italiani all'Estero e le Politiche Migratorie Min. Plen. Luigi Maria Vignali

Per il Ministero dell'Interno - Dipartimento per le Libertà Civili e l'Immigrazione Prefetto Gerarda Pantalone

Per la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) Mons. Stefano Russo

Per la Comunità di Sant'Egidio Prof. Marco Impagliazzo