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MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI  
DIRETTIVA 28 ottobre 2011
  Presentazione di proposte progettuali finalizzate alla sperimentazione sociale nell'ambito delle politiche di contrasto alla povertà, della tutela dei minori, della non autosufficienza e del sostegno all'invecchiamento attivo.  
 
  Vigente al 14/08/2020 


 
  urn:nir:ministero.lavoro.politiche.sociali:direttiva:2011-10-28;nir-1

 

Il Sottosegretario di Stato

emana la seguente DIRETTIVA

1. CONTESTO NAZIONALE: LE SFIDE

Il Libro Bianco "La vita buona nella società attiva" sul futuro modello sociale italiano ha indicato come primo valore la centralità della persona e ha posto l'accento sulle leve della partecipazione sociale, della responsabilità diffusa di tutta la comunità nella prevenzione e nel contrasto alla povertà e nell'attivazione di processi di inclusione attiva.

Il Libro Bianco sul futuro del modello sociale ha lanciato una complessa sfida progettuale e culturale nella prospettiva della costruzione di un nuovo modello di welfare che diventi "binomio di opportunità - responsabilità", che permetta di favorire l'inclusione sociale recuperando la prospettiva di una comunità che sappia "prendersi cura" delle persone in difficoltà e sviluppare processi di inclusione attiva per raggiungere, in linea con la strategia comunitaria, l'innalzamento della condizione di benessere di ogni cittadino.

In tale prospettiva, il modello sociale a cui fare riferimento poggia su azioni di prevenzione delle condizioni di bisogno, ossia su interventi che evitino il formarsi del bisogno in tutte le fasi della vita, riservando un ruolo primario al volontariato, all'associazionismo sociale e alle reti di sostegno più prossime alle condizioni dell'individuo e delle famiglie, nel rispetto del principio di sussidiarietà.

Il Libro Bianco rivolge uno sguardo particolare a coloro che vivono al di sotto del minimo vitale e sollecita "l'organizzazione di concrete soluzioni ai bisogni degli ultimi" come "primo obiettivo di una società coesa". La povertà assoluta richiede una attenzione specifica in quelle aree in cui disagio ed emarginazione si manifestano nelle forme più estreme. Le diverse povertà, comunque, costituiscono il campo entro cui sollecitare consapevolezza pubblica, responsabilità diffuse e coscienza della necessità di azioni urgenti e solidali, anche al fine di interrompere il circuito della trasmissione della povertà da una generazione all'altra.

Interventi in ordine al rafforzamento dell'autonomia devono partire sin dalla prima infanzia, con azioni rivolte alla tutela dei minori nelle famiglie più in difficoltà, nell'ambito del sostegno alla genitorialità e delle azioni volte a prevenire l'allontanamento dei minori dalla famiglia di origine o, perlomeno, a costruire percorsi alternativi al ricovero nel rispetto del diritto del bambino a crescere in un ambiente familiare.

Anziani non autosufficienti e persone con disabilità rappresentano ulteriormente II paradigma della molteplicità dei bisogni affettivi, relazionali, lavorativi, terapeutici, di piena inclusione sociale che esprime chi vive una condizione di fragilità. L'aumento costante dell'età media ed il progresso scientifico hanno indotto una vera e propria rivoluzione epidemiologica, spostando l'attenzione di cura sul territorio, ove si esprimono al meglio non solo i servizi di sanità ed assistenza pubblica ma anche tutti i processi di sussidiatietà: la famiglia, il volontariato, l'impresa, i corpi intermedi che concorrono a costituire le comunità.

Il rafforzamento della coesione sociale al centro dell'attenzione della Commissione Europea che ha ritenuto di dover dedicare tre consecutivi anni europei a temi ad esso connessi:

a) 2010 Anno europeo della lotta alla povertà e all'esclusione sociale, con obiettivi rivolti prioritariamente, da un lato, al riconoscimento del diritto fondamentale delle persone in povertà ed esclusione sociale di vivere dignitosamente e partecipare attivamente nella società e, dall'altro, alla condivisione delle responsabilità collettive e individuali nella lotta contro la povertà e l'esclusione sociale;

b) 2011 Anno europeo delle attività di volontariato che promuovono la cittadinanza attiva, con l'obiettivo prioritario di trasformare il volontariato in elemento di promozione della partecipazione civica e delle attività di scambio all'interno dei paesi membri e tra cittadini dell'Unione europea;

c) 2012 Anno europeo dell'invecchiamento attivo e della solidarietà intergenerazionale, con l'obiettivo generale di migliorare le possibilità di invecchiare restando attivi e di condurre una vita autonoma, intervenendo in settori molto diversi quali il lavoro, l'assistenza sanitaria, i servizi sociali, l'istruzione per gli adulti, il volontariato, la casa, le nuove tecnologie.

Al fine di dare continuità alle azioni promosse nell'ambito dell'Anno europeo per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale e alla valorizzazione del terzo settore perseguite nell'ambito dell'Anno europeo del volontariato, nonché per sostenere i principi della solidarietà intergenerazionale e le azioni volte a favorire l'invecchiamento attivo e in salute, che saranno oggetto del prossimo Anno europeo, il Ministero intende con la presente direttiva promuovere progetti di sperimentazione sociale da realizzarsi da parte dei Comuni in collaborazione con associazioni non profittevoli nel rispetto del principio della sussidiarietà orizzontale.

Tale linea di intervento fa propri gli obiettivi delle Strategia Europa 2020, adottata dal Consiglio Europeo e approvata dai capi di Stato e di governo dei paesi dell'UE il 17 giugno 2010, che ha posto al centro dell'attenzione politica la riduzione della povertà e la promozione dell'inclusione sociale, considerata uno dei cinque target dell'intera strategia. In particolare, l'azione che si intende realizzare si ricollega all'approccio indicato nell'ambito della Piattaforma europea contro la povertà e l'esclusione sociale che promuove l'innovazione e la sperimentazione sociale, quale metodo per testare soluzioni innovative in risposta a bisogni sociali emergenti.

Alla luce della recente crisi economica, che ha provocato evidenti processi di trasformazione sociale anche nella realtà del nostro Paese e che ha messo in luce la fragilità finanziaria dei paesi con un alto debito pubblico evidenziando quanto siano da considerare stringenti i vincoli di bilancio, è ancora più necessaria un'azione mirata a supportare i processi di riforma o, più in generale, di attuazione delle politiche, prima della loro implementazione su vasta scala, attraverso interventi di sperimentazione sociale che valorizzino anche la partecipazione del terzo settore nel rispetto del principio di sussidiarietà e che indirizzino le risorse dove più ce ne è bisogno, incrementando al contempo l'efficacia della spesa. Diventa pertanto rilevante realizzare progetti pilota la cui efficacia possa essere misurata in modo rigoroso, per valutarne l'opportunità di estensione all'intero territorio.

2. AZIONI PROGETTUALI E SOGGETTI PROPONENTI

I progetti dovranno essere proposti dai Comuni e dovranno necessariamente prevedere il coinvolgimento di Enti appartenenti al terzo settore. Le azioni progettuali dovranno riferirsi alla realizzazione di interventi di sperimentazione sociale con particolare riferimento alle seguenti aree:

a) contrasto alla povertà e all'esclusione sociale, con particolare riferimento a interventi di inclusione attiva rivolti ai gruppi maggiormente vulnerabili, quali le persone senza dimora, le famiglie povere numerose o monopatentali, gli anziani soli;

b) tutela dei minori nelle famiglie più in difficoltà, con particolare riferimento al sostegno alla genitoriatità e alle azioni volte a prevenire l'allontanamento dei minori dalla famiglia di origine o, perlomeno, a costruire percorsi alternativi al ricovero;

c) sostegno all'invecchiamento attivo e alla solidarietà tra le generazioni, con particolare riferimento all'incentivazione del volontariato, da parte e a favore degli anziani, e della partecipazione attiva alla vita sociale ai fini dell'invecchiamento sano e dignitoso;

d) persone con disabilità o non autosufficienti, con particolare riferimento all'offerta di interventi e servizi per la presa in carico personalizzata, favorendo la permanenza a domicilio e in ogni caso l'appropriatezza dell'intervento, e con la programmazione degli interventi sociali integrata con la programmazione sanitaria, anche valorizzando il lavoro di cura delle famiglie.

Con successivi atti amministrativi del Direttore Generale per l'inclusione e le politiche sociali del Ministero del lavoro e delle politiche sociali saranno attivate, in attuazione della presente direttiva e sulla base delle risorse finanziarie disponibili, le procedure finalizzate all'individuazione dei beneficiari dei contributi per la realizzazione delle azioni progettunli innanzi descritte.

La presente direttiva sarà trasmessa, per i controlli di competenza, alla Corte dei Conti per il tramite dell'Ufficio centrale del bilancio e sarà pubblicata sul sito internet del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.

Il Sottosegretario di Stato On. Nello Musumeci