Regione Toscana
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MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI  
NOTA 16 novembre 2012, n. 4517
  Oggetto: Riconoscimento status rifugiato. Ghana. lnformazioni sul rispetto dei diritti umani e sulla situazione carceraria.  
 


 
  urn:nir:ministero.affari.esteri:nota:2012-11-16;4517

 

TRIBUNALE ORDINARIO PRIMA SEZIONE CIVILE - ROMA

In relazione a quanto richiesto da codesto Tribunale, in merito al riconoscimento dello status di rifugiato per il cittadino del Ghana, sulla base delle verifiche effettuate nella documentazione presso questo Ministero e dalle risultanze degli accertamenti dell'Ambasciata ad Accra si trasmettono le seguenti informazioni.

Il Ghana è da considerare tra i Paesi più stabili del continente africano, grazie ad un sistema politico che ha favorito, negli ultimi venti anni, la nascita ed il consolidamento di istituzioni democratiche, il rispetto dei diritti umani e la libertà di stampa, tutelati dalla Carta costituzionale del 1992, recentemente emendata ed ora all'esame del Parlamento ed il cui iter è previsto terminare agli inizi del prossimo anno.

La rapida e pacifica transizione avvenuta alla morte del Presidente in carica Atta Mills lo scorso 24 luglio, cui è seguito nello stesso giorno il giuramento del nuovo Presidente John Dramani Mahama, è stata un esempio di democrazia e di solidità istituzionale per tutto il continente africano.

Dal 1992 si sono tenute pacificamente quattro elezioni politiche e presidenziali (le prossime sono in programma il 7 dicembre 2012) che hanno permesso l'alternanza al governo ai due principali partiti del Paese, il National Democratic Congress (attualmente al potere), di centrosinistra, ed il New Patriotic Party di centrodestra.

Il sistema giudiziario ghanese è indipendente dal potere politico ed uno degli emendamenti presentati prevede il rafforzamento dei poteri del Consiglio della Magistratura per combattere la corruzione e migliorare l'amministrazione della giustizia.

La Commissione Nazionale sui diritti umani e sulla giustizia amministrativa (CHRAJ) è l'organo costituzionale competente a perseguire le violazioni dei diritti e delle libertà fondamentali e i casi di abuso di potere nell'esercizio delle funzioni pubbliche.

ll Ghana ha ratificato quasi la totalità degli Accordi sui diritti umani. Nel Paese vige un alto grado di libertà religiosa, di associazione e di informazione e la società civile è vivace.

Formalmente la pena di morte non è stata abolita, anche se numerose sentenze sono state commutate in ergastoli e per i casi di condannati alla pena capitale, vige, dal 1992, una moratoria de facto. Il nuovo testo costituzionale prevede l'abolizione della pena di morte (Art. 13) che viene tramutata in ergastolo a vita.

Restano in uso, benché in modo circoscritto, pratiche rituali come le mutilazioni genitali femminili, ma l'attuale Governo ha sostenuto le iniziative di contrasto alla pratica promosse dall'italia. L'omosessualità è considerata un reato, ma nel nuovo testo costituzionale le misure sono attenuate, ovvero l'Autorità giudiziaria interviene solo dietro esplicita denuncia.

Largarnente favorita la partecipazione delle donne in tutti i settori della vita pubblica anche se ancora permangono delle diversità di genere legate soprattutto ai modelli cultutrali delle diverse etnie presenti nel Paese.

Detenuti, stato delle carceri ed istituto di detenzione siti nella città di Sunvani

Le carceri ghanesi risultano sovraffollate e sottofinanziate, dotate di scarse strutture igienico-sanitarie e con un numero insufficiente di letti.

Le forze di polizia spesso utilizzano mezzi brutali, con eccessivo ricorso alla forza che possono sconfinare nella tortura.

Limitate le misure per combattere gli abusi perpetrati dalle forze di polizia.

Permangono lunghi ritardi nell'espletamento dei processi e gli imputati trascorrono anni in detenzione in attesa del processo. Medicine, altre necessità e cibo supplementare, sono a carico delle famiglie o delle organizzazioni umanitarie e, a causa del sovraffollamento (5.000 detenuti in più rispetto alla capacità delle prigioni) si assiste alla diffusione di malattie contagiose.

Le condizioni nel carcere Central Prison, sito in Sunyani, sembrerebbero essere migliori: la struttura, che ospita una sezione femminile ed una sezione maschile, ha all'interno un'infermeria, una libreria e due laboratori presso i quali i detenuti possono frequentare, rispettivamente, corsi professionali di tessitura, maglia, artigianato e lavori di sartoria, falegnameria, barberia, e calzoleria.

La qualità del cibo servito è soddisfacente. Momenti di ricreazione sono previsti all'interno del carcere.

Le condizioni igieniche delle celle e dei servizi sono alabastanza buone. Ai familiari viene concesso di far visita ai loro congiunti.

Cons. Cesare Morbelli, Capo dell'Ufficio