Ai Sigg. Prefetti della Repubblica - Loro Sedi
Al Sig. Commissario del Governo per la Provincia di Trento
Al Sig. Commissario del Governo per la Provincia di Bolzano
Al Sig. presidente della Giunta Regionale della Valle d'Aosta - Aosta
L'esplosione del fenomeno dell'immigrazione di recente ha suscitato in parte del Paese la convinzione che il principio di accoglienza si coniughi con molta difficoltà con il principio della legalità.
Sull'argomento, negli ultimi giorni, da un quotidiano di tiratura nazionale, è stato provocato un acceso dibattito che ha coinvolto molte categorie di cittadini, anche quelle tradizionalmente più aperte al confronto.
La problematica dell'intolleranza certamente non è nuova, ma oggi si presenta con accentuata intensità e con profili di criticità che alimentano pregiudizi e diffidenze spesso sopiti.
La necessità di risposte immediate, efficaci, capaci di interpretare le aspettative di sicurezza è avvertita come una priorità sia in ambito nazionale sia nel più ampio contesto comunitario ed internazionale, al fine di scongiurare pericoli di regressione verso diffusi atteggiamenti di intolleranza.
L'esigenza di esercitare una continua vigilanza sulle diverse forme attraverso le quali esplode il fenomeno della discriminazione è all'origine dell'istituzione della Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza (ECRI), organo indipendente del Consiglio d'Europa con compiti di tutela e promozione dei diritti dell'uomo.
Com'è noto, tale organismo svolge un'approfondita analisi della situazione relativa al razzismo, alla xenofobia, all'antisemitismo ed all'intolleranza in ciascuno degli Stati membri del Consiglio d'Europa ed elabora suggerimenti e proposte per affrontare i problemi individuati, attraverso la redazione di articolati rapporti.
A seguito della pubblicazione di questi ultimi, la Commissione organizza, regolarmente, una serie di tavole rotonde nazionali, con lo scopo di sollecitare sulle tematiche idagate l'attenzione delle Istituzioni e di coloro i quali nel tessuto della società civile sono impegnati sul fronte dell'integrazione.
Il 3 maggio u.s. si è tenuta a Roma la Tavola rotonda dell'ECRI che ha avuto per oggetto il terzo rapporto sull'Italia, adottato il 16 dicembre 2005.
Al dibattito ha partecipato anche questo Comitato il quale ha, da tempo, avviato un'intensa collaborazione con l'organo del Consiglio d'Europa, contribuendo, attraverso il proprio patrimonio informativo e la propria capacità di indagine, alla raccolta dei dati utili alla stesura del rapporto.
Nel corso dell'incontro, i rappresentanti dell'ECRI, dopo aver riconosciuto i progressi compiuti dal Paese negli ultimi anni in numerose aree di intervento, hanno nel contempo evidenziato alcune criticità del sistema.
Tra le principali Raccomandazioni indirizzate alle autorità italiane v'è quella di intensificare gli sforzi per il controllo di incidenti di natura razzista, xenofoba e antisemita e a tal fine si chiede di perfezionare il sistema di monitoraggio. Il Rapporto dedica un'attenzione specifica all'attività di rilevazione e contrasto della diffusione di materiale di propaganda razzista via Internet ed impone, altresì, per la priorità accordata al rispetto della dignità umana, di proseguire e rendere più incisiva l'attività di contrasto ai numerosi episodi di discriminazione che si consumano nel corso di eventi sportivi.
Questo Comitato - che sin dalla sua costituzione si è avvalso dell'apporto informativo delle Prefetture U.T.G. , quali sensori privilegiati delle realtà locali, per attuare una puntuale rilevazione degli episodi di discriminazione con riferimento alle diverse aree del Paese - intende accogliere l'invito dell'ECRI, rinnovando con accentuato vigore il proprio impegno nell'attività di monitoraggio dei pericoli di regressione verso forme di razzismo, xenofobia, antisemitismo ed in genere verso manifestazioni di intolleranza ispirate da odio etnico e religioso.
Invero, l'elaborazione di efficaci strumenti di prevenzione e contrasto no può prescindere da una dettagliata conoscenza del fenomeno che, a sua volta, presuppone un serrato confronto con le amministrazioni periferiche in grado di percepire con puntualità ed immediatezza le problematiche che si sviluppano sul territorio.
Dagli esiti del monitoraggio relativo all'anno 2006 non è emerso un incremento degli episodi di intolleranza correlati ai fenomeni del razzismo e della xenofobia. Tuttavia, benchè i dati pervenuti a questo Comitato offrano un quadro complessivamente non allarmante, permane la necessità di tenere alto il livello di attenzione, nella consapevolezza che il clima di tensione che si registra nel Paese mantiene attuale il pericolo di una recrudescenza di forme di discriminazione connesse all'intensificarsi dei flussi migratori.
Particolare rilievo, per l'elevata frequenza delle segnalazioni ricevute durante lo scorso anno, assumono gli episodi di antisemitismo, cresciuti con l'acuirsi delle tensioni politiche in Medio Oriente. Un ulteriore dato che necessita di essere attenzionato concerne la registrazione di casi di discriminazione riconducibili al fenomeno dell'islamofobia.
Una nota a parte meritano le manifestazioni di intolleranza nei confronti delle comunità nomadi, che pongono in risalto la situazione di emergenza correlata alla gestione degli insediamenti presenti in alcune province del territorio nazionale.
Il Rapporto dell'ECRI, pur confermando le indicate linee di tendenza, pone in risalto che molti episodi, come segnalato dalle organizzazioni che operano nel settore, non sono stati denunciati, sfuggendo, così, alle rilevazioni.
In particolare il Rapporto dedica alla condizione di emarginazione delle popolazioni Rom e Sinte ed ai pregiudizi che danneggiano le comunità musulmane uno speciale approfondimento, annoverando le medesime tra i "gruppi vulnerabili" ed invocando politiche nazionali che garantiscano adeguata tutela.
Il Comitato, peraltro, ha realizzato numerosi interventi preordinati alla prevenzione ed al contrasto dei fenomeni di discriminazione ed ha assunto molteplici iniziative tra le quali figurano quelle di seguito indicate:
- nell'ambito dei progetti avviati nel corrente anno, si annovera la costituzione di un gruppo di lavoro finalizzato alla predisposizione di un provvedimento normativo a favore della Comunità Italo-Somala. La menzionata Comunità lamenta di essere stata vittima di discriminazione ed emarginazione a seguito dell'Amministrazione Fiduciaria dell'Italia in Somalia negli anni 1950 - 1960;
- consapevole del ruolo dei mass media nella formazione dell'opinione pubblica, nonchè dell'opportunità di una riflessione sulle regole che presiedono ad una corretta diffusione delle notizie, il Comitato ha aderito alla proposta - lanciata dall'Alto Commissariato per le Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) accolta dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana - di elaborare un codice deontologico per gli organi di informazione, preordinato a tutelare l'immagine di immigrati e rifugiati;
- si desidera inoltre evidenziare la convocazione, in data 4 aprile u.s., in occasione della ricorrenza della Giornata Internazionale dei Rom, di una seduta straordinaria del Comitato dedicata alle problematiche delle "Comunità sprovviste di territorio". Il Ministro dell'Interno Giuliano Amato ha presieduto una riunione, alla quale hanno partecipato le organizzazionimaggiormente rappresentative delle Comunità interessate e le associazioni impegnate nel settore;
- a seguito della recente recrudescenza dei fenomeni di violenza e bullismo tra i giovani, il Comitato ha incluso tra le proprie priorità anche l'adozione di iniziative finalizzate a diffondere tra le nuove generazioni il rispetto delle libertà individuali e dei diritti umani.
Nel ribadire la necessità e l'urgenza, anche in adempimento degli impegni che vincolano il Paese nel contesto europeo, di intervenire sulle complesse problematiche legate ad episodi di discriminazione, si indirizza alle SS.LL. l'invito a proseguire ed a intensificare la collaborazione intrapresa, attraverso la segnalazione di eventuali nuovi episodi ascrivibili ai fenomeni di analisi.
Di estrema importanza è, inoltre, la conoscenza delle realtà ove sentimenti di disagio, insofferenza e protesta serpeggiano, minacciando di evolvere in aperti conflitti, in quanto, annoverando tra i propri compiti l'elaborazione di strategie di prevenzione, il Comitato, risulta coinvolto ovunque si registrino situazioni di disugualianza di trattamento per qualsivoglia causa.
Nel riconoscere l'impegno delle Prefetture, alle quali deve ascriversi il merito di numerosi interventi, anche in collaborazione con le amministrazioni locali, le amministrazioni sindacali ed il vasto mondo del volontariato, preordinati tutti ad agevolare il complesso percorso dell'integrazione sociale, si rivolge, altresìl'invito a condividere, informandone questo Comitato, gli esempi di buona prassi che trovano attuazione nelle varie realtà territoriali, così da favorire, attraverso la reciproca cooperazione, la diffusione di tali modelli implementando, anche con preziosi spunti di riflessione, la funzione propositiva e di impulzo di cui questo organismo è investito.
Il Presidente del Comitato: Morcone