ALLA SEGRETERIA DEL DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA - SEDE
ALLA DIREZIONE CENTRALE DELLA POLIZIA CRIMINALE Servizio Centrale di Protezione - Divisione I - ROMA
ALLA DIREZIONE CENTRALE DELLA POLIZIA DI PREVENZIONE Servizio Centrale Antiterrorismo - N.O.C.S. - ROMA
ALLA DIREZIONE CENTRALE PER GLI ISTITUTI DI ISTRUZIONE Centro Polifunzionale- Scuola Tecnica di Polizia - ROMA
ALLA SCUOLA SUPERIORE DI POLIZIA - ROMA
ALLA SCUOLA DI PERFEZIONAMENTO PER LE FORZE DI POLIZIA - ROMA
AL SERVIZIO OPERATIVO CENTRALE DI SANITA' OSSERVATORIO CENTRALE PER LA TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO - ROMA
AI COORDINATORI SANITARI - LORO SEDI
Il miglioramento delle condizioni climatiche, che sta favorendo una significativa ripresa dei flussi migratori via mare, e la concomitante diffusione, tramite i mezzi di informazione, di notizie relative a focolai epidemici di malattie infettive nei paesi di provenienza dei migranti (prima fra tutte la febbre emorragica virale da virus ebola), sta determinando un crescente allarme fra gli operatori di polizia per gli eventuali rischi di contagio e diffusione di malattie infettive.
Si premette come le procedure volte all'accertamento delle condizioni di salute dei cittadini extracomunitari, all'atto dell'accoglienza presso i centri residenziali e dei trasferimenti sul territorio nazionale ed extra-nazionale, non siano di specifica competenza dei medici della Polizia di Stato, ma dei sanitari degli Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera (USMAF) e della Croce Rossa Italiana. Esiste, al riguardo, uno specifico protocollo operativo per la sorveglianza sindromica dei soggetti migranti che prevede, già al momento dello sbarco ed in relazione a quadri sintomatologici ben codificati (Ministero Salute - DGPREVN/8636 del 7 aprile 2011), l'attivazione di uno stretto monitoraggio clinico-epidemiologico dei casi sospetti, tale da consentire, tempestivamente, il riconoscimento di eventuali malattie infettive diffusive a carico degli ospiti stranieri e l'adozione delle necessarie misure di sanità individuale e collettiva. Dette procedure implicano comunque la tempestiva informazione degli uffici che abbiano competenza giuridica sui dipendenti della Polizia di Stato esposti al rischio di contagio.
Si invitano, pertanto, i responsabili degli uffici sanitari periferici della Polizia di Stato, a prestare la massima attenzione ad eventuali segnalazioni provenienti dagli uffici di appartenenza dei dipendenti impiegati in servizi di assistenza a stranieri migranti, relative a possibili intercorsi contatti a rischio biologico con i suddetti soggetti durante l'attività di servizio. Si raccomanda, in proposito, di procedere, come di consueto, ad una acquisizione degli atti documentali comprovanti l'avvenuta esposizione e di valutare tempestivamente il dipendente, al fine di accertare l'effettivo rischio di contagio, la necessità dell'attivazione di specifici protocolli di sorveglianza sanitaria post-esposizione o di specifici trattamenti profilattici del dipendente, da effettuarsi anche con il concorso di strutture sanitarie specialistiche pubbliche o convenzionate. Si invitano, inoltre, i responsabili degli uffici a dare sempre notizia dei casi segnalati e dell'esito delle valutazioni effettuate anche alla Direzione scrivente.
Una particolare cura andrà necessariamente rivolta all'opportuna informazione del personale circa i comportamenti da seguire nel corso di operazioni di assistenza, trasferimento e rimpatrio di cittadini extracomunitari migranti. Si rappresenta, in proposito, come la Direzione scrivente abbia già predisposto e divulgato un vademecum informativo sui rischi da esposizione del personale di polizia ad agenti biologici (trasmesso in allegato e comunque consultabile sul portale intranet doppia vela), in cui vengono illustrati i rischi da esposizione ad agenti biologici, le misure di prevenzione, le procedure da adottare successivamente ad esposizioni accidentali.
Si invitano i responsabili degli uffici sanitari a dare massima diffusione dei contenuti del suddetto opuscolo a tutto il personale impiegato in servizi che possano prevedere contatti biologici a rischio (assistenza e scorta a stranieri migranti, attività di prevenzione sul territorio, attività svolte presso posti fissi in strutture ospedaliere). In tutti i casi in cui non vengano fornite specifiche indicazioni da parte delle autorità sanitarie competenti circa lo stato di salute dei cittadini extracomunitari, si raccomanda il rispetto scrupoloso, da parte degli operatori, delle basilari misure di igiene della persona (fra cui il frequente lavaggio delle mani o, nell'impossibilità, il ricorso all'uso di soluzioni disinfettanti topiche in gel o prodotti similari) e l'utilizzo di dispositivi di protezione individuale (guanti in lattice ed all'occorrenza mascherine facciali), da impiegare nei casi che richiedano contatti diretti e ravvicinati con i soggetti assistiti.
Con riferimento ai suddetti dispositivi di protezione individuale, è opportuno che i responsabili degli uffici sanitari ne verifichino regolarmente l'effettiva disponibilità ed informino questa Direzione delle eventuali necessità di reintegrazione dei materiali in dotazione.
Con riferimento al recente allarmismo prodotto dalla diffusione di notizie giornalistiche relative al virus ebola, si sottolinea come le caratteristiche epidemiologiche della malattia (periodo di incubazione relativamente breve, compreso fra 2 e 21 giorni) e le modalità di effettuazione dei viaggi da parte dei migranti (con riferimento all'assenza di focolai infettivi nei paesi di partenza degli scafi ed alla notevole durata complessiva dei viaggi dai paesi di provenienza dei soggetti), rendono estremamente improbabile l'eventualità di casi di febbri emorragiche virali in soggetti approdati su migranti provenienti da aree in cui siano stati segnalati focolai della malattia.
In relazione alle esigenze di tutela della salute degli operatori della Polizia di Frontiera in servizio presso scali aeroportuali internazionali, sebbene la rapidità degli spostamenti aerei non possa in assoluto escludere la possibilità di arrivo di soggetti affetti dall'infezione, la circoscrizione dei focolai nei paesi di endemia e la mancata segnalazione ad oggi di casi al di fuori di tali aree non sembra suggerire la necessità di specifiche misure di protezione, oltre a quelle già previste, per il personale in servizio.
La Direzione scrivente, m stretto contatto con il Ministero della Salute, continuerà a monitorare l'andamento epidemiologico della malattia e fornirà, all'occorrenza, indicazioni specifiche sui comportamenti da seguire per garantire la massima tutela degli operatori impiegati in servizi potenzialmente a rischio.
IL DIRETTORE CENTRALE: G. Cuomo