Regione Toscana
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MINISTERO DELL'ISTRUZIONE DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA  
CIRCOLARE 20 aprile 2015, n. 2725
  Oggetto: Per non dimenticare il naufragio dei migranti del 18 Aprile 2015.  
 


 
  urn:nir:ministero.istruzione.universita.ricerca:circolare:2015-04-20;2725

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali - Loro Sedi

Ai Dirigenti degli Ambiti Territoriali Provinciali - Loro Sedi

Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Bolzano

Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Trento

All' intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca - Bolzano

All' Intendente Scolastico per la Scuola Località Ladine - Bolzano

Al Sovrintendente degli studi per la Regione Valle D'Aosta - Aosta

Ai Dirigenti scolastici degli istituti di ogni ordine e grado - Loro Sedi

Ai Referenti Regionali e Provinciali delle Consulte provinciali degli Studenti - Loro Sedi

Ai Rappresentanti Regionali degli Studenti - Loro Sedi

Ai Presidenti delle Consulte provinciali degli Studenti - Loro Sedi

Al forum delle Associazioni dei Genitori - Loro Sedi

Al Forum delle Associazioni degli Studenti - Loro Sedi

E p.c. A tutte le scuole di ogni ordine e grado - Loro Sedi


 

Nella notte tra il 18 e il 19 aprile un'imbarcazione con a bordo oltre 700 migranti provenienti dal centro dell'Africa si è capovolta nel Canale di Sicilia, a poche miglia dalle coste libiche, proprio quando un mercantile battente bandiera portoghese, il King Jacob, stava andandogli incontro per prestare soccorso. 700 tra uomini, donne e bambini - ma il numero potrebbe essere addirittura superiore stando alle parole di un superstite - sono stati inghiottiti dalle acque del Mediterraneo. Solo pochi, circa una ventina, i sopravvissuti. Si tratta della più grande strage mai avvenuta nel Mediterraneo.

700, 900, 950 sono numeri. Ma sono numeri che nascondono vite umane, spezzate in un viaggio che questi migranti affrontano nella speranza di un miglioramento delle loro condizioni di vita: sono algerini, egiziani, somali, nigeriani, senegalesi, ghanesi che abbandonano con sofferenza la loro terra, teatro di conflitti e di disperazione, affrontano il deserto, il viaggio in mare, stipati nelle stive di barche sempre troppo piccole e troppo affollate, con la speranza di un futuro di serenità. Papa Francesco l'ha detto con chiarezza: "Sono nostri fratelli in fuga dalla guerra che cercavano la felicità".

Il nostro Paese è da sempre in prima linea nell'accoglienza e nel soccorso di questi migranti. Prima con l'operazione Mare Nostrum, adesso con la missione europea Triton, le nostre forze militari cercano di evitare che il Mediterraneo si trasformi in un cimitero.

Lampedusa è la porta d'Europa dell'accoglienza e molti sono i volontari che agiscono mossi dalla solidarietà nei confronti di chi si trova in difficoltà. Ma la consistenza del fenomeno richiede uno sforzo maggiore e richiama all'opera tutta l'Europa.

Eppure per l'accoglienza e per la piena integrazione dei migranti si deve fare ancora molto. Possiamo provare a leggere i numeri delle stragi del Mediterraneo non come un'emergenza, ma come singole vite umane in cerca - più o meno come fanno i nostri cervelli in fuga - di un futuro lontano dalla guerra e dalla povertà. Vite umane degne di rispetto e di aiuto.

Per rendere onore alla memoria dei tanti migranti che hanno perso la vita nel viaggio verso l'Italia e per far si che la loro morte non rimanga sulle pagine dei giornali ma venga compresa a vantaggio di una società sempre più lucida e inclusiva, il Miur ha quindi deciso di dedicare i giorni dal 27 al 30 aprile ad azioni di sensibilizzazione nelle scuole.

Si propone pertanto alle Istituzioni Scolastiche di organizzare in quei giorni momenti e spazi per interventi informativi e/o formativi sul tema: seminari, iniziative con esperti, incontri con testimoni e attività organizzate in accordo con organizzazioni e ONG, anche in orario extrascolastico. La scuola non è solo luogo di studio nozionistico ma anche spazio di incontro c di analisi di ciò che avviene intorno ai nostri ragazzi. È luogo per eccellenza in cui si impara e si pratica l'inclusione e l'accoglienza.

Con questo auspicio, vogliamo sin da ora ringraziare i dirigenti scolastici, i docenti, il personale ATA, i genitori e gli studenti per la collaborazione che vorranno prestare in questa campagna di sensibilizzazione.


 

IL DIRETTORE GENERALE