Agli Assessorati alla Sanità delle Regioni e Province Autonome
e, per conoscenza: Alla Direzione generale della Programmazione sanitaria
All'Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e per il contrasto delle malattie della Povertà
In riferimento alle persone straniere non in regola con le norme relative all'ingresso e al soggiorno e alle persone in condizioni di elevata fragilità e marginalità socio-sanitaria, nel corso della pandemia e in particolare nelle ultime settimane, sono state rilevate difficoltà derivanti da barriere amministrative nell'accesso ai servizi del SSN, nello specifico per l'esecuzione del tampone per la ricerca di SARS-CoV-2.
L'accesso al servizio avviene, infatti, in maniera sempre più diffusa nel territorio nazionale, con prenotazione telematica subordinata alla ricetta dematerializzata, la quale non risulterebbe ottenibile dalle persone non iscritte al Servizio Sanitario Nazionale, ed in particolare dagli Stranieri Temporaneamente Presenti (STP), dai cittadini Europei non iscritti (ENI), etc.
Si evidenzia che l' art. 35 del Decreto Legislativo 25 luglio 1998, n. 286 Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero prevede che ai cittadini stranieri in condizioni di irregolarità siano garantite in particolare: "la profilassi, la diagnosi e la cura delle malattie infettive ed eventuale bonifica dei relativi focolai"; "le vaccinazioni secondo la normativa e nell'ambito di interventi di campagne di prevenzione collettiva autorizzati dalle regioni". Nonostante la predetta disposizione legislativa, i soggetti che non possiedono un codice fiscale, ma che sono invece titolari di codici STP o ENI oppure di TEAM di altri Paesi europei e gli stranieri che pur avendone diritto non sono ancora iscritti al SSN, non riescono ad accedere all'esecuzione dei test diagnostici dell'infezione SARS-CoV-2.
È da tenere in considerazione che in questi gruppi di popolazione, sono presenti anche persone che, pur nella irregolarità, svolgono attività lavorative, spesso in ambito domestico e a contatto costante con soggetti fragili. Le criticità esposte diventano particolarmente rilevanti per le persone in condizioni di elevata marginalità socio-sanitaria.
Peraltro, in questa fase di campagna vaccinale appena avviata, risulta importante verificare se le difficoltà osservate per questi gruppi vulnerabili, nell'accesso agli accertamenti diagnostici dell'infezione SARS-CoV-2, possano presentarsi anche per il loro coinvolgimento nei percorsi di profilassi attiva tramite il vaccino.
La presente ricognizione, pertanto, è volta a conoscere in quali contesti regionali siano stati rilevati problemi di accesso alla diagnostica per le persone sopra richiamate e quali siano gli eventuali provvedimenti dei SSR finalizzati ad individuare efficaci strumenti per la prenotazione dei servizi, da garantire nell'ambito dei percorsi di prevenzione e profilassi della Covid-19.
Si evidenzia che l'analisi dei punti di attenzione sopra rappresentati, risponde all'esigenza di condividere strumenti conoscitivi per promuovere, in coerenza con il Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025, il contrasto alle disuguaglianze e l'inclusione alla salute dei gruppi più vulnerabili, inclusione necessaria al raggiungimento della salute di tutta la collettività, nonché per individuare le azioni funzionali al raggiungimento di tali obiettivi.
Si chiede pertanto a codesti Assessorati di volere trasmettere le informazioni richieste ai seguenti indirizzi: dgprev@postacert.sanita.it, e.caredda@sanita.it e di designare, altresì, il nominativo di un referente regionale quale focal point per lo sviluppo di una reciproca collaborazione con la scrivente Direzione generale, per le tematiche inerenti la tutela della salute dei migranti.
Confidando nella consueta, fattiva collaborazione, si resta in attesa di un cortese riscontro entro la data del 28 febbraio p.v.
Cordiali saluti.
IL DIRETTORE GENERALE Dr Giovanni Rezza